Le carie non sono tutte uguali. L’odontoiatra statunitense Greene Vardiman Black ha infatti classificato i vari tipi di carie dentali ad esempio in base alla localizzazione anatomica, alla progressione della lesione, al numero di facce coinvolte... Prima di elencare e spiegare però questa classificazione, è importante definire cosa sono le lesioni cariose.


Che cos’è la carie?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute, la carie è una malattia infettiva che  provoca un ammorbidimento dei tessuti duri del dente, fino ad arrivare alla formazione di una cavità. La progressione della lesione può arrivare fino alla polpa, causando un forte dolore e problemi funzionali.
Il processo che porta alla formazione della carie è un fenomeno complesso e dinamico, a genesi multifattoriale, che si instaura per l’azione combinata di diversi fattori come alimentazione, batteri e suscettibilità del paziente. 

Nella fase iniziale, quando la carie interessa lo strato duro del dente, smalto e superficie della dentina, il paziente non avverte sintomi. A volte può esserci sensibilità al freddo e/o al caldo o a determinate sostanze, ad esempio zucchero o acidi. Quando,invece, la patologia progredisce e interessa gli strati più interni della dentina fino alla polpa del dente, compare la sintomatologia dolorosa tipica: dolore intenso, pulsante e diffuso. Se non curata, la carie può andare incontro a complicanze quali pulpite, ascesso dentale, cisti e granuloma.

Classificazione dei vari tipi di carie

Classificare i vari tipi di carie è stato l’obiettivo di molti ricercatori. La classificazione di Black è sicuramente la più datata e contemporaneamente quella che ha riscosso maggior successo nell’utilizzo clinico. Black classifica le carie in 6 classi, indicate con numerazione romana (I, II, III, IV, V, VI).
Ogni classe identifica una porzione anatomica sede della lesione:

  • I CLASSE: la carie interessa la superficie masticatoria a livello dei solchi e delle fossette, le superfici vestibolari e linguali/palatali a livello di molari e premolari o le fossette linguali di incisivi e canini.
  • II CLASSE: la carie si localizza tra dente e dente (pareti interprossimali) dei denti molari e premolari. Nella maggior parte dei casi le lesioni cariose di seconda classe interessano anche la superficie masticante del dente.
  • III CLASSE: la carie interessa le pareti interprossimali di incisivi e canini senza coinvolgimento del bordo incisale (angolo del dente).
  • IV CLASSE: la carie coinvolge incisivi e canini interessandone contemporaneamente le pareti interprossimali e il margine incisale
  • V CLASSE: la carie interessa i colletti (zona del dente vicina alla gengiva) sia dei denti frontali che dei denti posteriori
  • VI CLASSE: la carie interessa il margine incisale degli elementi frontali o la sommità delle cuspidi di canini e molari e premolari.

Spesso in alcune classificazioni si trovano però solamente 5 classi, questo probabilmente perché la VI classe difficilmente si presenta oggi come intesa da Black o semplicemente perché la lesione quasi sempre coinvolge anche altre porzioni di dente da provocare il “cambio” di classe. 

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